Brano: [...] sottostarono i sindacati socialdemocratici e cattolici —, dei prezzi, del saggio di interesse; ridusse le prestazioni assicurative e sociali, i consumi; aumentò la pressione fiscale; concesse contributi agli agrari di oltr’Elba; contenne le importazioni.

La sua venne definita dai lavoratori « politica della miseria decretata ». Le funzioni legislative del Parlamento vennero soppresse. Partendo da una dubbia interpretazione dell’art. 48 della Costituzione di Weimar, B. si mise infatti a governare per mezzo di Ordinanze d’urgenza (ossia di: decreti legge catenaccio) che entravano in vigore prima dell'approvazione del Reichstag, con la sola firma del presidente della repubblica. Quando, all’inizio, il Parlamento cercò di respingere questa pratica,

B. lo fece sciogliere da Hindenburg.

Il 14.9.1930 si svolsero nuove elezioni politiche e I nazisti, che nelle precedenti (6.5.1928) erano scesi a 12 aeputati, salirono a 107, contro i 143 socialdemocratici e i 77 comunisti. Questi risultati dimostrarono le profonde modificazioni verificatesi nell'opinione [...]

[...]Cancelliere una maggioranza nel Reichstag ogni volta che avesse ritenuto opportuno consultarlo. Al loro congresso di Lipsia del 1931, i socialdemocratici giunsero a teorizzare questa loro posizione di rinuncia alla lotta per il ristabilimento della legalità costituzionale. Rudolf Breitscheid, relatore ufficiale, affermò che bisognava tollerare le violazioni delle forme democratiche operate da Bruning, « per salvare il contenuto democratico della Costituzione di Weimar ». Più tardi, Rudolf Hilferding sostenne che il rovesciamento di Bruning avrebbe spinto il centro a destra e che impedire tale evento era la cosa essenziale.

Diverso fu l’atteggiamento dei comunisti: non senza errori, essi condussero una opposizione assoluta e intransigente, sia contro il governo Bruning e la sua politica autoritaria sia contro la socialdemocrazia

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Brano: [...]23), su 696 delegati, 90 erano comunisti. Tramite i comitati sindacali aziendali, il partito era riuscito a ottenere dal Comitato esecutivo dei Consigli di fabbrica la formazione di centurie rivoluzionarie di autodifesa, composte di comunisti e di socialdemocratici. Ma ciò che fece scatenare la reazione fu soprattutto il sorgere di governi operai unitari comunisti e socialdemocratici in Turingia e in Sassonia. Richiamandosi all’articolo 48 della Costituzione di Weimar (che consentiva al presidente del Reich di sospendere le garanzie costituzionali) e accampando un impudente pretesto, il governo centrale intervenne con le armi contro i due go

Monaco si concluse l’8.11.1923 con uno scontro armato, nel corso del quale vi furono 14 morti, il ferimento di Hermann Goering (v.), l’arresto dei capi (Ludendorff però venne subito rilasciato), la condanna di Hitler a 5 anni e di Roehm a 15.

Il fallito putsch, considerato allora come la « fine » del movimento nazista, in realtà servì a portarlo alla ribalta nazionale.

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VS.PD

Manifesto [...]

Brano: [...]one « nazionale », sensibile agli allettamenti nazionalistici e militaristici, finì succube della pressione della destra, tendente a emarginare dalle leve di comando i partiti del centro weimariano per poi imporre una soluzione autoritaria della crisi politica ed economica del Reich.

Inaugurando con il governo Bruning del marzo 1930 la prassi del governo presidenziale, servendosi dei poteri semidittatoriali conferitigli dall'articolo 48 della Costituzione di Weimar, Hindenburg coprì con la sua responsabilità Io smantellamento delle istituzioni democratiche e agevolò il processo di disfacimento della repubblica.

Il 30.5.1932 il congedo di Bruning, realizzato sotto la pressione di latifondisti e circoli militari alle spalle dei partiti democratici e del Reichstag, lasciò via libera a von Papen come battistrada di Adolf Hitler (v.).

Da Hindenburg a Hitler

Il fatto stesso che il 10.4.1932 Hindenburg fosse stato rieletto presidente, questa volta come candidato dei partiti weimariani contro Hitler, mostrava da una parte il logoramento subito dallo sc[...]

Brano: [...]n questo si trovavano elementi di continuità con la tradizione politica e culturale pangermanica e antisemita tanto cara alla'piccola e media borghesia tedesca. La forza della N.S.D.A.P. derivò dal complesso di circostanze che, almeno a partire dal 1925 (anno dell’elezione del maresciallo Hindenburg (v.) alla presidenza della repubblica), determinò l’inversione dèlia tendenza democratica affermatasi nel 1919, pur tra molte contraddizioni, con la Costituzione di Weimar, e dalla decisione con la quale il nuovo

Prima pagina de « Il Nazionalsocialista » del 25.11.1924

partito pose la candidatura alla testa delle forze della destra nazionale, soprattutto con la sua intransigenza contro il movimento operaio.

Fu appunto quella intransigenza che condusse importanti esponenti industriali e finanziari ad appoggiare ben presto la N.S.D.A.P. (Ermi Kirdorf, Fritz Thyssen, Stinnes, per citare i nomi più prestigiosi), prima ancora che negli anni della grande depressione economica (v. Crisi economica del 1929), che contribuì in maniera decisiva all’erosione della[...]